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Sviluppo psicomotorio

E dopo il pannolone?

Imparare l'uso del vasino è una tappa fondamentale della crescita del bambino. Avviene,in genere tra i 20 e i 36 mesi

 

Fino a qualche generazione fa si faceva spesso ricorso alle maniere forti pur di abituare il piccolo al vasino il più presto possibile. Oggi, invece, si presta più attenzione alla spontaneità degli impulsi del bimbo, perché anche questi aspetti della vita si riflettono poi sul suo sviluppo psicologico.

MATURAZIONE A DUE LIVELLI

Per arrivare a controllare da solo le funzioni corporee, il piccolo deve aver raggiunto un certo grado di maturazione fisiologica,senza la quale è impossibile educarlo al vasino. Che cosa significa? Dal punto di vista anatomico bisogna aspettare lo sviluppo di una zona del cervello che corrisponde alla volontà e alla coscienza. E questo non si verifica prima dell’anno. La maturazione neurologica è fondamentale perché permette un controllo volontario delle contrazioni della vescica. Ma questo non basta. Ci deve essere una maturazione anche della vescica. Bisogna che il bimbo, libero dal pannolino, si eserciti più volte, prima di riuscire a trattenere la pipì , grazie anche all’impulso del cervello.

I ritmi di questa complessa maturazione non sono uguali per tutti i bambini: c’è chi è precoce e chi è tardivo. Gli studiosi hanno comunque rilevato che in genere il bambino è pronto tra i 20 mesi e i 3 anni. Le femmine, poi, sono più precoci dei maschi, che di solito raggiungono l’ autonomia sei-otto mesi dopo. Semplicemente perché i maschietti hanno uno sviluppo neurologico più lento. Il compito dei genitori sarà quindi delicato: dovranno essere attenti a captare i primi segnali di maturità, e agire di conseguenza. E il vasino dovrà comparire in casa, sotto forma di giocattolo, a partire dai 18 mesi.

IL MOMENTO GIUSTO   

Schematicamente possiamo di che il bambino deve saper già fare le seguenti cose prima di poter iniziare l’educazione al wc:

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      Rimanere asciutto almeno per 2 ore durante il giorno.

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      Mostrarti o dirti che ha bisogno di andare al bagno

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      Sapere il significato delle parole “bagnato”,”asciutto”,pantaloni”,”bagno”

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      Essere in grado di seguire istruzioni semplici tipo: ”siedi sulla sedia” oppure “dammi la matita”

Più semplicemente ,però,si può affermare che un inequivocabile segnale di maturazione è costituito dal comportamento del bambino dopo il sonnellino pomeridiano. Se dopo il pisolino pomeridiano il bambino si sveglia il più delle volte con il pannolino asciutto, significa che è pronto. Bisogna però avere l’accortezza a pranzo di non farlo bere troppo. A questo punto gli si può togliere il pannolino, magari per i primi tempi per 2-3 ore al giorno, e gli si fa notare, senza sgridarlo, quando fa la pipì addosso.

L’estate è solitamente il periodo migliore per dare al piccolo questa opportunità. Anche perché il freddo stimola la minzione, cioè l’emissione di pipì. Se però la mamma si accorge che il bambino è pronto, non è il caso di rimandare, visto che poi le case sono dotate di riscaldamento.

Inizialmente deve essere un gioco. Pian piano il bambino capirà che il vasino, che già da qualche mese staziona nel bagno di casa,corrisponde in piccolo al water degli adulti. Le tappe dovrebbero essere:

>>si toglie il pannolino al bambino; >>nel momento in cui fa la pipì, glielo si fa notare; >>gli si propone il vasino, dicendogli chiaramente che desideriamo che la prossima volta la faccia lì; >>se l’organizzazione della giornata lo consente, gli si mette il pannolino solo durante la notte.

Per quanto riguarda il controllo notturno della vescica generalmente bisogna pazientare ancora un anno dal momento in cui il bambino inizia a riscuotere i primi successi diurni.

..NON FORZARLO MAI..

Il controllo delle feci viene di solito raggiunto dopo il controllo della vescica (in genere a partire dai 2½ anni). Se l’attività intestinale è piuttosto regolare e prevedibile, tutto è più semplice. Il periodo dell’educazione al vasino, coincide con le intense sensazioni di piacere e di orgoglio che il bambino prova nell’andare di corpo. Non bisogna sottovalutare, però, che questo “atto” ha per il bambino un significato molto profondo: facendo la cacca, lui dimostra di essere capace di creare qualcosa e, nello stesso tempo, sente (e vede) che perde qualcosa di . In questo periodo della crescita caratterizzato dai “no” del bambino e dalla ricerca della propria indipendenza dai genitori, dimostrarsi troppo esigenti può essere controproducente. Può far scattare nel piccolo l’impulso a “trattenere” per contrastare i genitori e sottrarsi al loro completo controllo. Quindi se i genitori si mostrano troppo rigidi e apprensivi, possono far emergere il bastian contrario che c’è in ogni bambino di 2 anni.

STRATAGEMMI VINCENTI

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      Fase 1:Insegna al bambino a sedersi nel wc

All’inizio la madre e il bambino possono giocare nel bagno dimostrando così che il bagno non è un luogo sgradevole. Dopo poche settimane il bambino può iniziare a sedersi sulla seggetta senza i pantaloni per pochi minuti all’ora. Il bambino può aver bisogno di uno sgabello per i piedi. Deve poter avere con sé i giocattoli o i libri preferiti durante queste fasi di educazione al wc. E’ opportuno che la madre continui a giocare e a leggere mentre il bambino è nel bagno.

La madre NON deve chiedere o aspettare che il bambino faccia la popò nel wc. E' ancora troppo presto: il bambino non ha ancora appreso l'idea di sedersi nel wc per fare la popò.

All'inizio le fasi di seduta sono molto brevi (circa 30 secondi) e si arriva pian piano a 5 minuti. Un timer da cucina può essere il segnale per la fine del "gioco del bagno". Si può passare alla Fase 2 quando il bambino sta seduto 3-4 volte al giorno sul wc per 5 minuti.

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      Fase 2:Verificare che le feci del bambino siano morbide e normoconformate

Può capitare che, dopo lo svezzamento dal pannolone, il bambino divenga stitico. Per evitare ciò è necessario che il bambino abbia feci morbide e normoconformate. Questo è più facile ottenerlo se si somministra al bambino una minor dose di latte e formaggi e una dose più elevata di alimenti ricchi di fibre vegetali. E' possibile, dopo parere medico, per un breve periodo, supplementare la dieta del bambino con fibre o lassativi.

Inizialmente il bambino può continuare a sporcarsi accidentalmente: va aiutato ripulendolo senza urlare e senza rimproverarlo. Punire il bambino perché si sporca rende solo più difficile l'educazione al wc.Quando il bambino si è sporcato, la madre deve restare calma e tranquilla: solo così il piccolo non si sentirà in colpa.

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      Fase3:"Lo svezzamento" dal pannolone

E' bene fare una "piccola festicciola"in famiglia il giorno in cui si decide di abbandonare il pannolone. Il bambino deve sapere che è diventato grande e quindi non indosserà più i pannoloni. L'uso dei pannoloni è ancora ammesso per la notte finché il bambino continua a bagnare il letto. Mai usare il pannolone per motivi particolari come quando la madre deve andare a far la spesa ecc.:questo comportamento invierebbe un messaggio sbagliato.

Per abbandonare il pannolone è opportuno scegliere un periodo di basso stress.

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      Fase 4:Organizza un orario preciso per le sedute al bagno

Allorché il bambino si è abituato a sedersi sul wc, si comincia a sederlo ad intervalli regolari durante il giorno. L'ora della seduta deve essere, in media, circa 10-20 minuti dopo ciascun pasto e/o durante le ore in cui il bambino è solito fare la popò..Il bambino deve sedere sul wc almeno 3-5 volte al giorno per circa 5 minuti ciascuna volta.

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      Fase 5:Compensi e lodi  per aver fatto la popò nel wc

Il ribrezzo verso le feci non è innato, ma è una conseguenza dell'atteggiamento dei genitori, che invitano il piccolo a “fare”, ma a non toccare né mostrare la sua “produzione”. Il bambino riceve messaggi contraddittori: prima lo si esorta a “produrre”, e poi la sua creazione viene buttata velocemente nel water e fatta sparire. E’ giusto, invece, avere un po’ di tatto e di delicatezza, lodandolo e permettendogli di mostrare le feci al papà e alla nonna e poi inventare con lui un rito di addio. Per esempio, gli si può raccontare che ora la sua cacca vuole raggiungere le altre cacche sue amiche, e per far questo bisogna metterla nel water, salutarla e tirare l’acqua. Allo stesso modo, per invogliarlo a farla, si può provare a dirgli che nella sua pancia c’è buio e la sua cacca non vede l’ora di vedere la luce.

All’inizio, ogni volta che fa la popò nel wc, può non solo esser lodato ma anche  premiato(questi  regali si diraderanno poi  progressivamente).

Evitate,però,che questi  “compensi”  siano  di natura alimentare (caramelle,cioccolata ecc):l’ educazione alimentare deve essere sempre salvaguardata !

Rapidamente il bambino si abituerà a defecare nel wc. A quel punto i regali cesseranno.

A questo  punto si inizia a far capire al bambino quando è l'ora di andare al bagno cercando di farselo dire da lui stesso: non dobbiamo più essere noi a chiederglielo: è il bambino che deve avvisare i genitori quando è il momento di andare al bagno.

 

Tra i 2 e 3 anni, il 70% dei bambini è pronto per approdare al vasino.

A 4 anni, il 30% dei bimbi non riesce ancora a tenere la pipì tutta la notte.

A 5 anni, la percentuale scende al 15%, a 6 anni al 10%, e alla pubertà all’1%.

Il ritardo nell’acquisizione dell’autonomia completa non è una malattia,

può essere dovuto a uno sviluppo più lento.

 

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