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Lo sviluppo del linguaggio 

 

 

 


Età

Ricezione

Espressione verbale

Espressione non verbale

Segnali d'allarme

0-3

mesi

Reagisce alla confusione, sussulta

Piange in risposta a forti rumori o stress

Sorriso sociale, risponde alla voce

Non reagisce alla voce

3

mesi

Ricerca la fonte dei rumori, è attento a chi gli parla, risponde quando la fonte tace.

Preferisce la voce umana

Vocalizza, ride, suoni bilabiali come bolle e pernacchie, monosillabi

(ba-ga)

Riconosce la voce della madre, si calma

Non risponde alla voce,
non "entra in contatto" coi suoni

5-6

mesi

Reagisce alla musica
(a volte questo si nota ben da prima)

Uso sociale della vocalizzazione.

Ampia gamma di vocalizzazioni, "dialoga"

Richiama l'attenzione dell'adulto e, quando la ottiene, esprime gioia e soddisfazione

 

7-8

mesi

Localizza la sorgente del suono (boel test)

Balbetta con inflessioni simili al linguaggio degli adulti (inizio lallazione: mamamamama)

Mostra paura degli estranei e/ o controlla
la vicinanza della madre
(in modo molto individuale)

 

9-12

mesi

Interrompe l'attività quando si chiama
 il suo nome.

Capisce il "no".

Verso la fine di questo periodo risponde ad ordini semplici, cioè con un solo comando
(vieni qui)

Dice mamma o papa, non in relazione a specifiche persone.

Verso la fine di questo periodo dice la prima parola, oltre mamma o papa, riferite alla persona

Richiesta ritualizzata dell'oggetto (*), gesti deittici (**).

Successivamente comincia a comunicare intenzionalmente con alcuni gesti (gesti comunicativi intenzionali referenziali) (***)

Non reagisce se chiamato.

Verso la fine di questo periodo è sospetto se mai iniziata lallazione, o fine precoce della lallazione cominciata prima

13-18

mesi

Identifica alcune parti del corpo nominate ("occhio bello ") o oggetti.
Successivamente
comincia  ad identificare oggetti familiari

Dice qualche parola vera, non gergali. Verso la fine di questo periodo raggiunge 10 parole: inizia l'ecolalia, estensione del gergo, 20-25% delle sue parole sono comprensibili

Si ampliano i gesti referenziali e gesticola quando parla

Non capisce e non risponde a "no" e "ciao" .

Alla fine di questo periodo nessun’ altra parola oltre a mamma e papa

19-24

mesi

Capisce domande semplici 

(vuoi questo succo?).

Comprende sempre nuove parole

Dice 20-50 parole.

Combina 2 parole

(ciao papa, io acqua).

Comincia ad evocare oggetti assenti. Verso la fine di questo periodo usa 25-250 parole,
60-70% delle sue parole sono comprensibili

 

 

2-2,5

anni

Ascolta le storie: comprende ordini complessi (vieni qui e porta questo)

Esplosione delle parole, 75% delle sue parole sono comprensibili, 2-3 parole per frase (frasi telegrafiche: “voglio biscotto"). Diminuisce l'ecolalia

 

Ancora eccessivo gergo o ecolalia.
Nessuna frase semplice.

Meno 50 parole

2,5-3

anni

Segue le direttive.

Risponde a domande su oggetti esterni al contesto immediato.

Aumentano le parole, usa i tempi. Parla di eventi passati e futuri.

80-90% delle sue parole sono comprensibili,
3-5 parole per frase

 

Parole non comprensibili mai per la famiglia
(3 anni) o estranei (3,5 anni)

 

(*)Richiesta ritualizzata dell'oggetto. Il bambino si tende verso un oggetto talvolta con gesto ritmato d'apertura e chiusura del palmo della mano, guarda verso l'adulto, eventualmente vocalizzando.

(**)Gesti comunicativi intenzionali deittici. II bambino può:

MOSTRARE ‑> tende l'oggetto verso l'adulto,

DARE ‑> lascia andare l'oggetto nelle mani dell'adulto,

INDICARE l'oggetto con braccio teso ed indice puntato guardando l'oggetto e l'adulto...

(***)Gesti comunicativi intenzionali referenziali. II bambino conosce un gesto che significa qualcosa e lo usa in un dialogo: viva‑viva, ciao, bere, mangiare, telefonare, cucù, aprire, tottò, mettere, ballare, cappello...


Commento alla Tabella

Nei primi mesi di vita è già evidente una gamma di comportamenti da parte del neonato che dimostra la sua capacità di udire (sussulta, reagisce alla confusione). D'altra parte è noto che il bambino è in grado, già in utero, di udire attraverso le pareti e i fluidi che lo avvolgono. Fin da questo periodo i genitori e figli comunicano tra loro: non solo attraverso il potente canale della comunicazione non verbale ma anche attraverso la produzione verbale del bambino, che reagisce agli stimoli, risponde alla voce che lo chiama, piange se disturbato, si interessa sempre di più all'ambiente che lo circonda. Un disinteresse per l'ambiente, una mancata reazione alla voce umana (che è molto più capace di ogni altro tipo di rumore di attirare l'attenzione del bambino) va considerata da subito un importante segnale d'allarme per la funzionalità dell'apparato neuropsichico del bambino.

Questo processo va avanti e diviene ancora più evidente alla fine del terzo mese, quando ormai il bambino ride e comincia a giocare coi suoni , monosillabi, bolle, pernacchie, in relazione con l'adulto.

 

La fase tra i 3 e i 6 mesi è caratterizzata dall'esplosione di una "voglia gioiosa di relazione" tra figli e genitori: il bambino fa di tutto per attirare l'attenzione della madre con risate, vocalizzi, movimenti convulsi, ed "episodi” di gioia appena ottiene quella attenzione. La mancanza di un rapporto come questo è un grave segnale d'allarme su tutta la relazione e sulla normalità del bambino.

 

L'inizio della lallazione avviene in un periodo che va dai 6 ai 9 mesi. Un indicatore relazionale importante che compare nello stesso periodo è il "secondo organizzatore" di Spitz, detto anche "l'angoscia dell'8° mese”: in pratica il bambino distingue chiaramente tra il "caregiver' (o figura di accudimento) e gli altri adulti, e reagisce di conseguenza.È importante notare a questo riguardo che:

     l'età in cui compare il comportamento suddetto è assai variabile;

     l'estrinsecarsi del comportamento è assai variabile a seconda del bambino, il suo temperamento, il suo ambiente.

 

È utile ricordare che la comprensione precede sempre la produzione ed è più estesa, in ogni momento dello sviluppo: il bambino comprende sempre più parole di quante non sia in grado di dire.

 

Nell'ultima parte del primo anno il bambino è ormai in grado di dimostrare ai genitori chiaramente la sua comprensione verbale . Compare in genere la prima parola , il mamma e papà, le prime parole gergali (tottò, tutù, ecc.).

Soprattutto, compaiono una serie di gesti e comportamenti cui viene oggi data una grande importanza, i deittici e i referenziali.

La richiesta ritualizzata dell'oggetto e i gesti deittici consistono prima di tutto in un cerimoniale che serve a chiedere un oggetto senza nominarlo. II bambino indica l'oggetto, si tende verso di esso talvolta con gesto ritmato d'apertura e chiusura del palmo della mano, guarda verso l'adulto, eventualmente vocalizzando. II bambino può MOSTRARE ‑> tende l'oggetto verso l'adulto, DARE ‑> lascia andare l’ oggetto nelle mani dell'adulto, INDICARE l'oggetto con braccio teso e d indice puntato guardando l'oggetto e l'adulto... La loro presenza indica che il bambino ha concettualizzato l'oggetto, ne conosce l'esistenza, è in comunicazione col mondo per ottenerlo.

La comunicazione non è però ancora simbolica, come diventa invece nei gesti comunicativi intenzionali referenziali, che compaiono subito dopo. II bambino conosce un gesto che significa qualcosa e lo usa in un dialogo (per esempio viva‑viva, o ciao) con l'adulto. A questo punto il bambino è pronto ad usare un suono come simbolo dello stesso concetto, e di altri.

La lallazione in questa fase, nella maggior parte dei bambini, è ancora notevolmente rappresentata. Una sua mancata comparsa a 12 mesi (o una subitanea scomparsa) è un segno grave di allarme.

 

La prima metà del secondo anno vede aumentare la capacità discernitiva del bambino, che dimostra di conoscere bene gli oggetti familiari: dal punto di vista verbale c'è una grande estensione delle parole gergali e qualche parola "vera”. Inizia ora l'ecolalia : la ripetizione cioè dell'ultima sillaba o dell'ultima parola dell'adulto (come una eco).Sempre più parole sono comprensibili da parte dei familiari.

 

Nella seconda metà del secondo anno la comprensione del bambino si amplia sempre di più. Successivamente la produzione aumenta e compare un momento topico (nella maggioranza dei bambini, verso i 2 anni) e cioè la capacità di combinare 2 parole in una frase. II bambino, che può nominare oggetti assenti, è ora molto comprensibile.

Successivamente avviene la vera "esplosione del vocabolario", in genere nella prima metà del terzo anno. Le frasi, pur telegrafiche, si strutturano meglio (anche 3 parole) mentre diminuisce l'ecolalia. La comprensione del bambino è pressoché totale, ed egli può eseguire ordini complessi (con 2 comandi: vai lì e fai questo).

 

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