(Perdita di feci psicogena)
a cura del Dott. Stefano Marinucci
Dipartimento di Neuroscienze - Neuropsichiatria Infantile
Ospedale Bambin Gesù - Roma
Che cosa è l’encopresi?
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L’encopresi, o perdita di feci di origine psicogena, è un disturbo delle condotte sfinteriche che consiste nella perdita di quantità variabili di feci in modo involontario o, più raramente volontario, nei bambini al di sopra dei tre anni. Per poter parlare di perdita di feci su base psicogena bisogna prima aver escluso, attraverso visite mediche o chirurgiche, l’esistenza di altre patologie organiche a carico dell’intestino. Il bambino raggiunge il controllo sfinterico anale intorno ai due anni di vita, prima di quello vescicale, ma possono essere accettati limiti che si discostano dalla media anche di qualche mese. Di solito il comportamento encopretico è preceduto nei primi anni di vita da una tendenza alla stitichezza che richiede interventi evacuativi da parte dei genitori, in genere l’uso di supposte di glicerina o di microclismi. L’encopresi si accompagna e si alterna spesso con stipsi ostinata che può protrarsi anche per 10/15 giorni. A differenza della perdita di urine psicogena (enuresi), che avviene per lo più di notte, l’encopresi si verifica sempre di giorno e può presentarsi in forma primaria o secondaria. |
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Perché si distinguono due forme? |
Si parla di encopresi primaria quando il bambino non ha mai raggiunto il controllo dello sfintere anale per un periodo sufficientemente lungo, qualche mese, mentre si parla di encopresi secondaria se il bambino ricomincia a perdere le feci dopo aver avuto per un periodo di qualche mese il normale controllo. |
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Quanto è frequente il problema? |
È molto più frequente nel sesso maschile. |
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Quale è la causa? |
La causa del disturbo dell’encopresi primaria va ricercata nel rapporto tra il bambino e l’ambiente familiare. La famiglia presenta infatti un inadeguato atteggiamento pedagogico nei confronti del bambino da parte di uno o i entrambi i genitori. L’atteggiamento più frequente è quello di richieste troppo elevate da parte dei genitori, richieste fatte in modo rigido e impositivo. Il bambino reale deve adeguarsi ad un modello di bambino nella mente dei genitori, che non tiene conto della personalità del figlio o del momento evolutivo che sta attraversando. A questo atteggiamento il figlio può rispondere in due modi diversi:
Meno frequente è l’atteggiamento familiare carente di attenzioni e di cure, in cui l’encopresi assume il significato di richiamo ai genitori e di richiesta di cure parentali. |
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Come viene diagnosticata? |
La diagnosi viene fatta attraverso incontri familiari e sedute di osservazione diagnostica del bambino. |
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Come si cura l’encopresi? |
Le forme primarie richiedono spesso l’intervento di un neuropsichiatra per interventi correttivi nell’ambiente familiare e, a volte, una psicoterapia del bambino. Il sintomo encopretico, specie se primario, è sempre un segnale allarmante e va preso in seria considerazione da parte della famiglia, in quanto segno di una angoscia profonda del bambino. Quando l’encopresi si mantiene per molti anni si tratta di forme gravi, collegate ad una intrasformabilità della famiglia e ad una seria psicopatologia del bambino. Le forme secondarie sono per lo più transitorie e regrediscono dopo qualche settimana di attenzioni e di modifiche agli aspetti disturbanti della realtà. La perdita di feci secondaria è espressione di una regressione nell’evoluzione del bambino e segnala che il figlio sta attraversando momenti di difficoltà psicologica, spesso conseguente a fatti reali della sua vita quotidiana, quali l’inserimento a scuola, la nascita di un fratellino, la perdita di un genitore. |