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LE REAZIONI POSSIBILI

Alla notizia dell'arrivo di un fratellino, il bimbo prova emozioni che possono essere:

positive

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Curiosità

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Sorpresa

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Attesa

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Desiderio

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Riconoscimento di sé nel fratellino

 

negative

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Incertezza

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Senso d’abbandono

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Rabbia

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Scontento

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"Gelosia" (che in realtà nel bambino piccolo è più sfumata che nell'adulto).

 


Le reazioni alla notizia dell'arrivo del fratellino dipendono dal carattere del bambino. È molto importante che i genitori capiscano questi mutamenti a seconda del comportamento del piccolo.

 

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Un bimbo tranquillo può accentuare l'abitudine di giocare da solo: i genitori dovrebbero aiutarlo a lasciarsi un po' andare con loro, anche con giochi "di contatto" (saltare insieme sul letto, fare la lotta);

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Un piccolo un po' spavaldo può diventare capriccioso: per questo andrà calmato;

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Un bimbo sensibile, che fa fatica ad accettare la novità, può avere dei comportamenti un po' regressivi, come per esempio tornare a fare la pipì a letto o volere ancora il biberon.

 

IL COMPORTAMENTO DA TENERE


La mamma

Durante la gravidanza

È bene rendere partecipe il bimbo maggiore dell'arrivo del fratellino, per esempio chiedendogli di fare un disegno che riguarda se stesso e il fratellino oppure andando insieme a fare compere per il nascituro, senza mai dimenticarsi, però, di prendere qualcosa anche per il maggiore.

Dopo la nascita

* Occorre mantenere degli spazi in cui il figlio maggiore possa stare in maniera esclusiva con la mamma, come prima che nascesse il fratellino.

 

* Non bisogna dimenticare, infatti, che anche se "maggiore", è ancora piccolo. La mamma può ricorrere ad un trucco per esprimere gli stati d'animo negativi del più grande in maniera indiretta, usando frasi del tipo "Ma quanto è capriccioso questo fratellino, piange sempre". In questo modo la mamma crea una situazione di vicinanza con il bimbo maggiore e da voce ai suoi sentimenti negativi.

Il papà

* La figura patema diventa un importante modello di riferimento per il bimbo intorno ai tre anni d’età, soprattutto se è un maschietto.

In questa fase, in particolare, occorre che il papa stia insieme al bambino in modo non episodico, ma con spazi e modalità inseriti nella vita d’ogni giorno.

 

 È, infatti, sbagliato che il papa trascorra il tempo con il piccolo solo ogni tanto, perché in questo modo il bimbo vedrebbe nella sua presenza un avvenimento casuale e non un punto di riferimento. Il papa può perciò farsi carico di alcuni compiti, come per esempio:

 

 Andare a prendere il bimbo più grande al nido. Il papa deve rispettare gli impegni presi, in modo che il bambino possa contarci;

 

 Aiutare il maggiore a mangiare, quando la mamma allatta il neonato;

 

 Raccontargli una storia, mentre la mamma culla il bebè.

 

Magari all'inizio il papa apparirà un po' impacciato, ma ciò che conta è che il bimbo lo riconosca come figura presente e della quale si può  fidare. Per questa ragione la mamma deve fare in modo di confermare l'azione del papa di fronte al bambino, ponendo le eventuali osservazioni al compagno senza farsi sentire dal piccolo.

Parenti e amici

 È bene che continuino a passare un po' di tempo da soli con il bimbo più grande,anche dopo la nascita del fratellino. Così il piccolo sente che la sua individualità è comunque tutelata anche se c'è un altro bambino. Al riguardo, possono essere utili alcuni semplici accorgimenti, come:

 

 Salutare prima il maggiore quando si fa visita alla famiglia: è stato il "primo" per tanto tempo e ritrovarsi all'improvviso secondo potrebbe mortificarlo;

 

 Ricordarsi un pensierino anche per lui se si fa un regalo al neonato.

 

GLI ERRORI PIU' COMUNI

 

Trattare il figlio maggiore come se fosse un adulto, dicendogli per esempio "adesso sei più grande, quindi non hai più bisogno che la mamma ti stia vicino come prima". Sono parole dette in senso positivo, ma il bimbo ne vede solo il risvolto negativo: da un momento all'altro viene privato di attenzione e affetto, che fino ad allora erano solo per lui.

 

 Creare una competizione tra i fratelli, dicendo: "Questo bimbo non è bravo come lo eri tu". Il punto non è valutare chi tra i due valga di più, ma ciò che l'arrivo del bebè comporta nel più grande.

 

SE E’ MOLTO PICCOLO

 

 Spesso si pensa che i bimbi, specie se molto pic­coli (due- tre anni d’età), non riescano a capire i discorsi dei grandi. In realtà, basta parlare loro nel modo giusto:

 

 Utilizzando parole e concetti semplici;

 

Parlando in tono pacato e con un ritmo tranquillo.

 

I bimbi, infatti, rimangono disorientati dai toni troppo "sopra le righe". Il modo migliore per trasmettere un concetto, quindi, è parlare con calma, usando un tono dolce e spontaneo, senza, però, essere zuccherosi.

 

QUANTO E BENE ASPETTARE

 

Scegliere di avere un altro bimbo è una decisione perso­nale; quindi è quasi impossibile dettare delle regole.

 

 È consigliabile che l'intervallo tra un bimbo e l'altro sia tale da consentire al primo di compiere un autonomo percorso di crescita e di ricevere tutta l'attenzione pos­sibile. Sarà così più facile per lui condividere i propri spazi con il fratellino.

 

Prima di questo periodo, invece, l'arrivo di un altro bambino può creare qualche difficoltà in più nel maggiore, che avrà bisogno di più attenzioni.



 

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